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  • 15 Aprile 2023

  • 10.00 – 12.30, 14.30 – 18.30

  • Via Lorenzo Bernini 2 (Trieste)

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NEL NOME DELLA MADRE E DEL PADRE

Leopoldo Aman Concini

Mi chiamo Leopoldo Aman Concini e mi sono formato come conduttore di costellazioni sistemiche con Siddho Marchesi e Anurag Gaeta. Oltre al lavoro con le costellazioni, avvicino le persone alla meditazione. Le costellazioni mostrano la via, ma solo nella presenza la possiamo percorrere.

Gli esseri umani hanno bisogno di appartenere, è un bisogno ancestrale radicato nella memoria più profonda del nostro essere, legata ai tempi in cui la sopravvivenza era possibile solo all’interno del gruppo. Nonostante oggigiorno ci sembri possibile “vivere soli”, questo bisogno di appartenere condiziona inconsciamente e profondamente tutto il nostro agire, in famiglia, nelle relazioni, nei gruppi di riferimento che frequentiamo e con cui collaboriamo, dalle associazioni ai luoghi di lavoro. Il lavoro con le costellazioni familiari e la meditazioni agiscono in comunione, su un piano di inclusione. Un essere guarito è un essere integrato; un essere integrato ha incluso; un essere che ha incluso è presente e non condizionato.

C’è un aspetto che mi preme sottolineare, che vuol essere un invito introduttivo a questo meraviglioso lavoro e riguarda l’esperienza.
Conoscere le costellazioni familiari e fare esperienza delle costellazioni familiari sono due aspetti complementari, ma ciò che veramente ci può trasformare non è il conoscerne gli aspetti teorici formalizzati in molti anni di osservazione, ma partecipare ad una giornata di lavoro e sentire ciò che ci tocca. È così per ogni aspetto della vita, anche se la domanda più frequente che poniamo prima di aprirci all’esperienza, per soddisfare la nostra curiosità, la mente o semplicemente per lenire i nostri timori ha a che fare con la richiesta di una spiegazione, un ponte che ci sostenga nell’incertezza della nostra scelta.
L’elemento fondamentale di questo lavoro è la prospettiva: nell’approccio sistemico, l’individuo non viene considerato come un elemento a sé stante, ma come parte di un insieme più grande, il sistema familiare. Il suo comportamento individuale, i suoi sentimenti e il suo atteggiamento vanno compresi nel contesto di questo gruppo più grande.

Come in ogni sistema, anche in quello familiare ci sono leggi che guidano il comportamento individuale e che restano, in gran parte, implicite, ovvero, gli individui ne sono spesso inconsapevoli. Ad un primo livello, quindi, questo tipo di lavoro mira a portare alla luce queste leggi e cercare l’equilibrio più armonico possibile tra i membri che lo compongono. Così facendo, ci rendiamo conto che il nostro destino è profondamente connesso a quello della nostra famiglia e che possiamo trovare la “soluzione” ai nostri problemi solo nello stesso luogo da cui originano.

Quindi, le costellazioni familiari sono un metodo per osservare le dinamiche e i legami di profondo amore che ci uniscono alla nostra famiglia di origine, che talvolta sono disfunzionali e ci fanno soffrire.
Questo amore che ci lega viene definito “cieco” perché non è consapevole: noi non vediamo l’essere umano che ci sta di fronte o la situazione in cui ci troviamo per ciò che sono realmente, ma li vediamo con occhi condizionati.
Quando questa sofferenza è presente nelle nostre vite non ci permette di espanderci, vizia le nostre relazioni affettive ed il rapporto con i figli o il partner, mina gli ambienti di lavoro e ci porta a coltivare forti aspettative nei confronti del mondo: lo guardiamo per come dovrebbe essere e per come pretendiamo che sia, ma non per ciò che è.
Nel nome della madre e del padre, ovvero, “come vedo la vita” e “come vado nella vita”: vedo il mondo in base all’immagine interiore che ho di mia madre e vado nel mondo condizionato dall’immagine profonda che ho di mio padre. La nostra sofferenza è sempre connessa a qualcosa di cui non siamo consapevoli perché ciò che ci condiziona lavora nell’ombra, ma possiamo far cessare questo condizionamento portandolo alla luce.

Se vado col pensiero alla mia esperienza personale, questo lavoro mi ha permesso di vedermi con amore, ha dato un senso e guarito il profondo dolore che provavo e mi ha portato dal campo della morte a quello della vita, sperimentando che il cambiamento è possibile.

Ti aspetto.

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